Allora forse adesso sappiamo qualcosa di più su questa misteriosa signora che da poco più di una settimana circola per i cortei degli studenti e su Internet, dai blog a Facebook: Anna Adamolo non è solo l’anagramma di “onda anomala”, un personaggio virtuale di cui molti però hanno sospettato un’esistenza più concreta (tanto da chiedere a Milano, qualche giorno fa, che fosse lei a contrattare un treno a prezzo speciale per gli studenti che andavano a Roma). No, è nientemeno che un “ministro-onda” della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca, e ha occupato (virtualmente, pacificamente e allegramente) il ministero. Ieri infatti, intorno a mezzogiorno, è comparso sul web un nuovo sito, www.ministeroistruzione.net, che a prima visita si presenta molto simile (se non proprio uguale) a quello ufficiale (www.miur.it). Dopo pochi secondi, però, parte un video sorprendente: sulle immagini di un mare tranquillo e di una marea di teste in manifestazione si sente una voce pacata ma ferma che ripete “Sono Anna Adamolo…” e racconta frammenti di storie di studentesse, madri, insegnanti, lavoratrici (si potranno leggere tutte, a video finito, sulle pagine del sito), ma soprattutto dichiara: “Voglio portare tutte queste voci dentro questo palazzo. Dentro a tutti i palazzi. La politica, adesso, la facciamo noi.”
Anna Adamolo rappresenta quindi la voce plurale del movimento, la sua articolazione in componenti diverse ma convergenti, quella spinta alla “autoriforma” della scuola dell’università e della ricerca che è la parola d’ordine più difficile ma più matura cresciuta in questo mese e mezzo di lotte. La stessa che verrà discussa oggi e domani nelle università romane che ospitano le assemblee nazionali del movimento.
Anna Adamolo è dunque l’ultima tappa di un’offensiva dell’Onda Anomala su Internet, iniziata la settimana scorsa con l’oscuramento temporaneo del sito di Tremonti e il “net strike” dell’altroieri contro il sito ufficiale del ministero. Impossibile sapere chi abbia costruito un’operazione così raffinata e complessa, che certo si ispira ad altre esperienze di “nomi collettivi” già sviluppate negli ambienti dell’underground e dei movimenti, da Luther Blissett a San Precario a Serpica Naro: ma pare certo che accanto ai collettivi studenteschi che l’hanno promossa (in prima fila quello Aut Art dell’Accademia di Brera) ci siano altri apporti, per così dire più “professionali”. Una cosa è certa: Anna Adamolo è l’ennesima dimostrazione che queste lotte studentesche non sono solo “muscolari” e urlate, ma sono una straordinaria fucina di intelligenza e creatività collettive.